In un’epoca di narrazioni inventate e stili di vita pubblicizzati, la campagna Prada Primavera/Estate 2024 è la riaffermazione di priorità senza tempo. La campagna usa la presentazione della collezione di settembre di Miuccia Prada e Raf Simons come catalizzatore per esplorare l’ecosistema della sfilata e la sua complessa pluralità, che è al tempo stesso espressione di individualità e comunità, dell’effimero e dell’eterno.
Con una sequenza di scatti onesti e puri, in bilico fra intimità spontanea ed elegante formalismo, Willy Vanderperre cattura la personalità delle 40 modelle della sfilata. I ritratti, in cui si alternano volti nuovi e noti, valorizzano ogni donna dandole spazio e voce: l’attenzione si concentra su di lei e sugli abiti che indossa, ne emerge un’idea di femminilità in continua trasformazione. Questi scatti, che evidenziano la dicotomia tra il concetto di singolarità e di collettività, sono sia opere a sé stanti che parti di un mosaico più vasto. Prada ci ricorda così che la moda è una professione collettiva.
E lo stesso si può dire per il cinema, che è al contempo il frutto di un lavoro condiviso e un esercizio individuale, in cui gli attori sono apprezzati per le loro capacità innate e uniche. Per la campagna sono stati scelti tre attori e creativi di fama internazionale, che si uniscono alla schiera di star hollywoodiane che incarnano l’uomo Prada: Harris Dickinson, Kelvin Harrison Jr. e Troye Sivan. Inquadrati l’uno accanto all’altro in una celebrazione della loro personalità, diventano i protagonisti delle proprie narrazioni nel ruolo di sé stessi.