La collezione Prada Primavera/Estate 2024 propone un’assoluta libertà del corpo espressa attraverso abiti leggeri, in tessuti fluttuanti, che mettono in discussione il linguaggio della sartorialità classica. Silhouette formali, prese in prestito dall’abito maschile, sono ripensate in forme architettoniche che riconsiderano i profili archetipici del rigore formale. Realizzate nei materiali iconici Prada, borse e calzature sono impreziosite dall’utilizzo di pelli pregiate.
La collezione riproduce e reinterpreta il design di una borsa a mano originariamente ideata nel 1913 da Mario Prada, nonno di Miuccia Prada e co-fondatore di Prada.
Originariamente proposta in seta moiré, è ricreata in nappa e re-nylon con chiusura a telaio, caratterizzata da un elemento intagliato a mano che ritrae una figura mitologica. Viaggiatore con una profonda curiosità intellettuale, Mario Prada ha esplorato il mondo alla ricerca di preziosi oggetti e materiali che, al rientro, venivano assemblati in pezzi di lusso unici.
“Il duo Miuccia Prada e Raf Simons supera sé stesso con la meravigliosamente eccentrica Collezione Donna Primavera Estate 2024, che comprende alcuni degli abiti più belli che abbiano sfilato da qualche tempo a questa parte: abiti in gazar di seta blu tenue, verde o rosa che lasciano dietro di sé strati di organza finissima come fosse vapore. […] Il brand continua a essere innovativo, regalandoci sempre qualcosa che va appena oltre la nostra portata”.
WWD
“La collezione offre non solo una visione suddivisa tra passato, presente e futuro, ma anche forti accostamenti di rigido e delicato, maschile e femminile, chiaro e scuro, lavoro e gioco. […] Colpisce anche la serietà della collezione: robuste giacche da lavoro, cappotti e abiti in pelle nera in patchwork, giacche dalle spalle larghe con cinture strette in vita su pantaloncini corti. Puro film noir. L’intera collezione è stravagante, evocativa e cinematografica come Prada non lo era da tempo”.
BOF
“Non è necessario che un designer rifiuti la sua storia, la nostra o quella di un brand: se non si impara da essa, si è destinati a ripeterla. Deve però essere remixata piuttosto che riprodotta, in modo che improvvisamente il familiare appaia completamente diverso. È così che avviene il progresso. Ed è proprio quello che Miuccia Prada e Raf Simons fanno in modo così brillante da Prada e che hanno fatto anche questa stagione”.
NY Times
“Un reale molto sensuale, va detto: tutto da stropicciare, palpeggiare, consumare, con contorno, nel set di metallo smaltato di rosa, di slime colante. Una sottile perversione, del resto, elettrizza da sempre i codici Prada e questa è una collezione pradissima, tutta fatta di inaudite congiunzioni di maschile e femminile, di flapper da sciantosa e cardigan da istitutrice, frange ricamate e cinture robuste, pantaloncini azzimati e giubbotti proletari, abitini liquidi e scarpette neon. […] la sfilata è un riassunto aggiornato e distorto del meglio di Prada.”
Il Sole 24 Ore
“Ciò che non è cambiato è la capacità di Prada di mettere in scena una sfilata che fa parlare di sé. […] La ragion d’essere, come sempre per Prada, sono stati gli abiti. Da un lato c’era la femminilità leggera come una piuma con, a volte, un tocco quasi da flapper-girl. I motivi maschili a contrasto spaziavano dall’on-duty (abiti grigi e neri, blazer infilati in pantaloni o pantaloncini sartoriali) all’off-duty (una giacca patchwork oversize o una giacca di cera con colletto in pelle). Non che Prada abbia tenuto separate queste due modalità. La sua estetica è stata a lungo incentrata sulla giustapposizione di presunti errori in un nuovo giusto”.
The Times